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Incendi nel Messinese nel 2023, arrestato un estorsore

L'uomo risponde del reato di incendio boschivo aggravato dal grave danno ambientale e dalla determinazlone di un pericolo per gli edifici

Foto generica di repertorio

Un 59enne accusato dell’incendio di vaste zone del Messinese nel luglio 2023, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Taormina che hanno eseguito la misura cautelare in carcere disposta dal gip. L’uomo risponde del reato di incendio boschivo aggravato dal grave danno ambientale e dalla determinazlone di un pericolo per gli edifici. L’arrestato è stato già coinvolto in diverse vicende giudiziarie e il 13 marzo scorso è stato sottoposto a una misura cautelare in carcere nell’ambito di una vasta operazione della Direzione distrettuale antimafia di Messina, per estorsione aggravata dalla fìnalità di agevolare l’associazione mafiosa.

L’attività investigativa condotta sotto il coordinamento della procura di Messina, ha fatto luce sul rogo di vaste proporzioni sviluppatosi nelle giornate del 25 e 26 luglio 2023, nelle aree di Taormina, Castelmola e Letojanni, le cui fiamme, che superavano i tre metri di altezza, hanno interessato un’estensione complessiva di 234 ettari e distrutto coltivazioni e aree boschive, danneggiato fabbricati e provocato l’interruzione dell’autostrada A18, con la momentanea interruzione del tratto tra Roccalumera e Taormina. L’indagato avrebbe innescato l’incendio per bruciare i terreni perché si rigenerasse nuova erba e sfruttarli così per il pascolo, anche se i fondi non erano di sua proprietà ma solo limitrofi ai suoi possedimenti. In particolare, l’indagato avrebbe invitato vari allevatori a condurre il proprio bestiame nelle aree in questione, avviando trattative per “concedere” le stesse – benché senza titolo alcuno – in cambio di somme di denaro per migliaia di euro.

L’uomo avrebbe vantato ingiustificatamente la disponibilltà dei terreni e – a scapito dei legittimi proprietari – avrebbe esercitato un vero e proprio predominio sull’area al solo scopo di incendiarli e tramutarli in aree idonee al pascolo. In particolare, l’incendio del luglio 2023 era stato innescato nel comune di Taormina, in un’area che comprendeva un’intera collina dove erano presenti appezzamenti di terreno con annesse coltivazioni di privati, tra cui ulivi. Le fiamme si erano propagate in modo così rapido che l’indagato non sarebbe riuscito a spostare il suo camion, andato distrutto, insieme a due fucili al suo interno. Quel giorno infatti i venti avevano causato la rapidissima propagazione delle fiamme, rendendo particolarmente difficoltose le operazioni di spegnimento del Corpo Forestale regionale e dei vigili del fuoco. In quelle stesse giornate, peraltro, si erano verificati altri episodi incendiari che avevano interessato Furci Siculo, Roccella Valdemone, Savoca e Santa Teresa di Riva con la conseguente evacuazione di abitazioni, alcune di queste distrutte. Le indagini hanno fatto emergere come il 59enne avrebbe accompagnato alcune persone nei terreni di cui vantava la piena disponibilità aiutandoli a scaricare capi di bestiame affinché gli animali rimanessero lì per il pascolo.


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