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Minore ucciso per sospetto furto, chiesti 28 anni ad Agrigento

I magistrati della procura, davanti alla corte di assise presieduta da Giuseppe Miceli, hanno ricostruito la vicenda per oltre cinque ore

Ventotto anni di reclusione per l’accusa di omicidio volontario. I pubblici ministeri della procura di Agrigento, Alessia Battaglia e Gaspare Bentivegna, non hanno dubbi: a sparare e uccidere il diciassettenne di Palma, Antonio Morgana, è stato il pensionato settantenne Calogero Pietro Falco Abramo che avrebbe fatto fuoco all’indirizzo di un gruppo di adolescenti sospettati di avere messo a segno un furto nella sua abitazione di contrada Ciotta, a Palma. L’omicidio, rimasto a lungo un caso irrisolto, è avvenuto la mattina del 23 ottobre del 2013. I magistrati della procura, davanti alla corte di assise presieduta da Giuseppe Miceli, hanno ricostruito la vicenda per oltre cinque ore. Falco Abramo, pensionato di Racalmuto che all’epoca, gestiva un affittacamere, si è sempre difeso dalle accuse.

“Non riesco a sopportare il peso di un interrogatorio – ha detto in aula nelle scorse settimane l’imputato che ha seguito tutte le udienze al fianco del suo legale -, per questo preferisco rilasciare dichiarazioni spontanee. Soffro di depressione e attacchi di panico perché sono stato accusato di un crimine ripugnante. In 70 anni di vita non mai commesso alcun gesto di violenza nei confronti neppure di un animale. Ho pensato più volte di farla finita”. L’accusa ipotizza che Falco Abramo, dopo avere scoperto un gruppo di ragazzini che aveva commesso un furto in casa sua, avrebbe sparato al loro indirizzo uccidendo Antonio Morgana. Gli amici sopravvissuti alla sparatoria, invece, in un primo momento avevano indicato un sessantenne che poi è stato del tutto scagionato.


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