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Accusata di non sapere il tedesco, dottoressa siciliana lascia l’Alto Adige: “contro di me insulti e offese”

"Mi sono arresa all'evidenza di essere considerata sempre "l'italiana" in un territorio che, invece, si considera fuori dall'Italia"

Foto da Repubblica

Aveva deciso di lasciare la natia Sicilia per lavorare nell’amato Alto Adige, scoperto quando vi trascorreva i periodi di vacanza. Sapeva che la legge altoatesina per poter lavorare negli uffici pubblici prevede il conseguimento del patentino di bilinguismo. Si era impegnata studiando per due anni il tedesco a Vienna. Aveva superato il livello di conoscenza C1 ma ora dalla provincia più settentrionale d’Italia vuole fuggire. Sapeva che c’era da fare i conti con la lingua tedesca, ma non quella studiata in Austria bensì con le tante declinazioni dialettali, ma soprattutto non avrebbe mai pensato alle separazioni etniche tra i gruppi linguistici tedesco e italiano. L’ultimo giorno di lavoro sarà il 16 giugno.

E’ la storia di Corrada Ambrogio, 43 anni, originaria di Avola, costretta a licenziarsi da medico di base di Villa Ottone, un piccolo paese di un migliaio di abitanti tra Brunico e Gais in Val Pusteria. “Pensavo davvero di potermi integrare in un piccolo centro così come avevo sempre desiderato – racconta il medico al quotidiano Repubblica – Ma alla fine mi sono arresa all’evidenza di essere considerata sempre “l’italiana” in un territorio che, invece, si considera fuori dall’Italia”.

La professionista ha dichiarato di aver subito frequenti insulti, inclusi commenti denigratori e discriminatori rivolti alla sua persona


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