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Carceri: morte 31enne, la famiglia: “Lo Stato non lo ha protetto”

"Troppi episodi oscuri sono avvenuti intorno al suo decesso: non ci fermeremo, finchè non verrà fatta giustizia"

“Nostro figlio era affidato allo Stato che aveva il dovere di giudicarlo ma anche e soprattutto di proteggerlo. Troppi episodi oscuri sono avvenuti intorno al suo decesso: non ci fermeremo, finchè non verrà fatta giustizia e individuati i responsabili della sua morte, avvenuta in una cella del Carcere di Frosinone”. A parlare sono Domenico e Rita Lupo, genitori di Salvatore, deceduto il 16 dicembre del 2019 nella casa circondariale di Frosinone mentre era in attesa di giudizio d’appello. Insieme con Teresa e Maria, sorelle di Salvatore – spiega in una nota l’avvocato Salvino Caputo – i genitori del 31 enne si sono recati presso la compagnia dei Carabinieri di Monreale per denunciare la direttrice della Casa Circondariale, il Dirigente medico di turno la sera del decesso, il Dirigente dell’Ospedale ‘Spaziani’, dove è stato effettuato l’esame autoptico sulla salma del giovane, il consulente medico nominato dalla Procura della Repubblica di Frosinone e il magistrato della Procura della Repubblica di Frosinone titolare delle indagini.

Il caso della morte di Salvatore Lupo ha visto come ultima tappa la riesumazione del cadavere. Secondo i familiari del 31enne, il giovane sarebbe rimasto ucciso da una dose di medicinali, fornita dal carcere la sera prima della morte e il cui blister scomparve nel nulla. “La Procura della Repubblica di Frosinone – spiega Caputo insieme con i legali Giada Caputo, Valentina Castellucci, Mauro Torti e Francesca Fucaloro – per due volte ha presentato una richiesta di archiviazione, respinta dal giudice per le indagini preliminari a seguito degli atti di opposizione presentati dal collegio difensivi dei familiari di Lupo. Adesso la Procura della Repubblica di Frosinone, dopo la riesumazione della salma di Lupo e il relativo esame medico legale, ha riproposto per la terza volta richiesta di archiviazione. “La scomparsa delle medicine e dei prelievi – hanno detto i familiari di Lupo – costituisce un fatto di gravità inaudita, anche perchè non ci risulta che da parte degli organi competenti, Procura della Repubblica e Polizia Giudiziaria, siano stati effettuate indagini per individuare i responsabili della scomparsa di prove di enorme valenza che certamente avrebbero chiarito le cause del decesso.  Lo Stato aveva il dovere di proteggere il nostro figlio e fratello e per questo abbiamo presentato una articolata denuncia presso i carabinieri di Monreale – ha continuato Domenico Lupo – perchè venga fatta chiarezza e vengano individuati i responsabili. Salvatore era un giovane ,alto, atletico , forte e abituato alla fatica fisica. Certamente sono intervenuti fattori che hanno causato il su decesso. Altrimenti non si spiegherebbe la scomparsa di prove di rilevantissima importanza”.


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