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Incendio nell’appartamento di una donna, arrestato ex fidanzato

La notte del 24 aprile i vigili del fuoco avevano domato un principio di incendio nell'appartamento della donna, che non era fortunatamente presente

Avrebbe tentato di appiccare un incendio nell’abitazione della ex compagna, che aveva chiuso dieci giorni prima una relazione sentimentale con lui: la polizia di Mazara del Vallo, su provvedimento del Gip del Tribunale di Marsala, ha arrestato un cittadino del posto, ritenuto responsabile del fatto.

La notte del 24 aprile i vigili del fuoco avevano domato un principio di incendio nell’appartamento della donna, che non era fortunatamente presente.

Il giorno, verificando i danni causati dall’incendio la donna ha trovato in casa oggetti non di sua proprietà e manifestato il forte sospetto che l’incendio fosse stato appiccato dolosamente dal suo ex fidanzato.

La donna ha raccontato alla polizia che l’ex compagno era a conoscenza del fatto che sarebbe rientrata la sera del 23 aprile e che avesse agito nella notte tra il 23 e il 24 proprio perché pensava di trovarla in casa; fortunatamente lei, tornata stanca dal viaggio, aveva deciso di trascorrere la notte a casa del suo ex marito con il loro figlio.

A quel punto sono partite le indagini della scientifica, coordinate dalla procura di Marsala, e nell’abitazione sono state trovate un’ascia, una scarpa da uomo parzialmente bruciata e una bottiglietta combusta.

Sono state anche acquisite le immagini di tutti i sistemi di videosorveglianza comunali della zona oggetto di interesse dalla cui analisi, spiegano gli investigatori, si è “riusciti a identificare con assoluta certezza l’autore del grave evento delittuoso: l’ex fidanzato della donna”.

“L’uomo – spiegano – era ricorso a diversi espedienti nel palese tentativo di celare la propria identità come il cambiamento di abbigliamento lungo il tragitto, verosimilmente per ostacolare la ricostruzione dei suoi spostamenti e il celarsi il capo con il cappuccio protendendosi in avanti quando passava in prossimità delle telecamere di sorveglianza. Tali condotte risultano compatibili con una precisa strategia preordinata di elusione dell’identificazione”.


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