Accusati di avere istigato al suicidio il padre di lei, una coppia di fidanzatini di 15 e 17 anni hanno ottenuto la messa alla prova. Lo ha deciso il Gup del tribunale per i minorenni di Palermo Nicola Aiello, che ha accolto le richieste degli avvocati Salvatore Ferrante e Maria Grazia Ferrara, richiesta sostenuta anche dal pm Francesco Grassi.
I due imputati sarebbero stati protagonisti di una “revisione critica”, valutata positivamente dal giudice, che ha anche disposto il trasferimento dal carcere in comunità per il diciassettenne. Nel procedimento è emerso che la ricostruzione storica dei fatti, operata dall’accusa, è confermata: i due ragazzini, che hanno anche avuto un figlio e poi si sono lasciati, avrebbero esercitato pressioni continue sul papà di lei perché consegnasse una parte della piccola eredità lasciata dalla moglie, mamma della giovanissima, morta di tumore e che aveva messo da parte circa 10 mila euro. L’uomo, incapace di reggere a ripicche e minacce, si tolse la vita ad aprile dello scorso anno, lasciando lettere con accuse rivolte alla figlia e al suo fidanzatino dell’epoca. La messa alla prova sarà alternativa alla detenzione perché i ragazzi, secondo il Gup, possono essere rieducati.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni