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Maxisequestro da 5 tonnellate di cocaina, chieste 15 condanne

I giudici della prima sezione penale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno poi fissato tre date per le arringhe dei difensori

Foto di repertorio

Quindici condanne da 12 a 30 anni di carcere per il più grosso sequestro di cocaina mai avvenuto in Italia. Sono state chieste dal pubblico ministero della Dda di Palermo, Federica La Chioma, a conclusione della requisitoria.

Dalla motonave Plutus, battente bandiera di Palau, al motopeschereccio Ferdinando D’Aragona, il gigantesco carico di cocaina, 5 tonnellate, dall’America centrale, in particolare da Santo Domingo, aveva concluso il suo tragitto a Porto Empedocle dove il 19 luglio 2023 la Guardia di finanza ha fatto irruzione arrestando, in due riprese, quindici persone. Droga che, secondo le stime degli inquirenti, avrebbe potuto fruttare un miliardo di euro. Alla sbarra i membri dei due equipaggi, di nazionalità albanese, russa, tunisina, azera e ucraina, accusati di avere fatto parte di un’organizzazione criminale che riforniva gran parte del mercato italiano della droga.

Per due di loro è stata proposta la condanna a 30 anni. Per altri 2 sono stati proposti 20 anni, per 5 imputati 15 anni e per 6 di loro – che all’udienza precedente hanno detto di essere stati costretti a fare questa operazione dopo essere stati minacciati – 12 anni.

I giudici della prima sezione penale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno poi fissato tre date per le arringhe dei difensori.

Le indagini hanno documentato come la motonave Plutus, in navigazione nel canale di Sicilia in acque internazionali, quella notte avesse gettato in mare l’ingente carico di cocaina che trasportava per il successivo recupero da parte del motopeschereccio Ferdinando D’Aragona, poi fermato dai mezzi navali dei finanzieri. La rotta del mercantile Plutus, partito a giugno dall’America centrale e precisamente dal porto di Santo Domingo, è stata seguita passo passo: ha infatti dapprima raggiunto il porto di Trinidad e Tobago e successivamente quello di Las Palmas (Gran Canaria, in Spagna) nella giornata del 7 luglio, ultima sosta conosciuta prima di attraversare lo stretto di Gibilterra, e giungere infine nel canale di Sicilia, in attesa del motopeschereccio che nel frattempo era salpato dalle coste calabresi. Una volta abbandonato il carico di droga, la motonave aveva ripreso il largo in direzione della Turchia, ma è stata bloccata dalle unità navali del corpo che nel frattempo si erano lanciate al suo inseguimento.


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