Torture atroci come la “falaka” (la battitura sulle piante dei piedi), mutilazioni genitali femminili, stupri, traumi da corpi contundenti, bruciature con mezzi elettrici, ossa fratturate. È uno scenario disumano quello che viene fuori dai racconti dei migranti visitati dai medici dell’”Ambulatorio di valutazione delle persone migranti vittime di violenza intenzionale e tortura” presso la Medicina legale del Policlinico 'Paolo Giaccone'
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