Urne chiuse per i referendum. L’affluenza nazionale è intorno al 30%, ben al di sotto del quorum richiesto per la loro validità. In Sicilia molto più bassa, intorno al 23%. Ovviamente il sì è quasi plebiscitario, pur attendendo il risultato definitivo, ma a questo punto senza alcuna valenza.
Analizzando i dati delle province: Agrigento al 23,11%, Caltanissetta 19,97%, Catania 24,20, Enna 25,48, Messina 23,26%, Palermo 24,92%, Ragusa 21,95%, Siracusa 22,53%, Trapani 20,17 %.
Cosa dicevano i quesiti referendari:
1. Licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti (scheda verde)
Il primo quesito propone l’abrogazione del decreto legislativo n. 23 del 2015, parte del Jobs Act, che ha introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. L’abrogazione ripristinerebbe l’obbligo di reintegro nel posto di lavoro per i lavoratori licenziati illegittimamente, come previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori prima del 2015.
2. Indennità in caso di licenziamento nelle piccole imprese (scheda arancione)
Il secondo quesito mira a eliminare il tetto massimo all’indennità per i lavoratori licenziati illegittimamente nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Attualmente, l’indennità è limitata a sei mensilità; con l’abrogazione, il giudice potrebbe determinare l’importo senza limiti predefiniti, valutando caso per caso.
3. Contratti a termine (scheda grigia)
Il terzo quesito propone di abrogare le norme introdotte nel 2015 che permettono l’assunzione con contratti a tempo determinato senza specificare una causale per periodi inferiori a 12 mesi. L’abrogazione reintrodurrebbe l’obbligo di indicare la motivazione anche per contratti di durata inferiore a un anno.
4. Responsabilità solidale negli appalti (scheda rosa)
Il quarto quesito chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni sul lavoro legati ai rischi specifici dell’attività svolta. Con l’abrogazione, tutti i soggetti coinvolti nell’appalto sarebbero responsabili in solido per gli infortuni dei lavoratori.
5. Cittadinanza (scheda gialla)
Il quinto quesito propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri maggiorenni provenienti da Paesi extra-UE per ottenere la cittadinanza italiana. Tutti gli altri requisiti previsti dalla legge del 1992 rimarrebbero invariati.
Per ulteriori informazioni sui referendum e sulle modalità di voto, è possibile consultare il sito del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
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