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Regione Siciliana, Schifani: “partiamo coesi e compatti, ci attendono sfide da far tremare i polsi”

Il presidente è intervenuto sulla spaccatura in FI: "ritengo - ha detto - che le procedure siano state totalmente rispettate nella elezione del presidente Pellegrino"

“Ieri ho firmato il decreto con cui ho nominato la nuova giunta ragionale. Con questo atto si conclude una fase abbastanza lunga non dovuta al sottoscritto ma alle lungaggini procedurali relative alla proclamazione degli eletti per complicazione legate ai ritardi negli spogli. E poi perché la nuova legge regionale prevede il giuramento della giunta in Assemblea. Non aveva senso nominare da parte mia un esecutivo senza poteri in quanto gli assessori entreranno nel pieno delle proprie funzioni solo dopo il giuramento”. Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, presentando la nuova giunta di governo a Palazzo d’Orleans, a Palermo. “Da oggi si parte coesi e compatti – ha proseguito – abbiamo delle sfide da far tremare polsi: mi sono impegnato a dare il massimo in questa avventura in cui sono stato chiamato dei partiti del centrodestra. Mi impegnerò a mantenere l’unità del centrodestra. Ci sono stati dei momenti delicati relativamente a delle indicazioni che avevo dato, ma quando il gruppo regionale di FdI ha deciso di aderire alla scelta del partito nazionale di fare entrare degli esterni non ho potuto che attenermi alle indicazioni” ha aggiunto rispondendo ai giornalisti in merito al diktat di Fratelli d’Italia che ha insistito sull’ingresso in Giunta di due assessori “esterni”. Una scelta che. per Schifani, “non ha delegittimato” in alcun modo il nuovo esecutivo: “Tutta la mia squadra ha piena fiducia”. 

“Ciascuno si assume la propria responsabilità. I parlamentari sono stati eletti con un programma condiviso, poi ogni singolo soggetto democraticamente è libero di decidere. La Costituzione non prevede il vincolo di mandano”. Ha detto ancora il presidente Schifani in merito alla spaccatura di Forza Italia dopo la formazione ieri di due gruppi parlamentari con due diversi capogruppo: il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè e Stefano Pellgrino. “Ho appreso dalla stampa ieri la costituzione di un altro gruppo – ha proseguito – ritengo che le procedure siano state totalmente rispettate nella elezione del presidente Pellegrino. Tutto questo è successo ieri e non ho avuto modo di parlare con il presidente Berlusconi”.

“Il mio obiettivo è di trattare con Roma per cercare di ottenere una piccola modifica per superare in parte il blocco assunzioni. Mancano anche i funzionari preposti alla redazione di progetti e noi perdiamo molti investimenti legati ai fondi europei”, ha affermato.


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