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Ucraina, migranti, petrolchimico, ponte sullo stretto e politica regionale: ecco il “Calenda pensiero”

Ponte di Messina sì ma prima le altre infrastrutture su cui sono stati stanziati finanziamenti

L’Ucraina va sostenuta fino ai negoziati con la Russia. È il pensiero espresso a Siracusa dal leader di Azione, Carlo Calenda, a margine della presentazione del suo libro, dal titolo la Libertà che non libera. “La ritirata da Kherson  – ha detto Calenda – significa che aver dato supporto militare alla Ucraina ha funzionato. Si combatte per la libertà e gli ucraini se lo ricordano molto bene. Quindi bisogna sostenerli affinché la Russia si sieda attorno ad un tavolo e pronta a concedere qualcosa, cosa che al momento non è”.

L’attacco della Francia all’Italia sui migranti è motivato da ragioni di politica interna del Governo transalpino. Ne è certo Carlo Calenda, che lo ha ribadito a Siracusa: “bisogna distinguere – afferma – il modo in cui il ministro Piantedosi ha gestito la questione delle navi delle ong, che ricordo portano dal cinque al 10% del totale dei migranti. È davvero scellerato,  perché non si possono tenere le persone sulle navi farne scendere un pezzo poi farle scendere tutte e parlare di carico residuo: sono cose dell’altro mondo. Detto questo la questione francese è molto diversa. Le dichiarazioni della Francia hanno a che fare con la politica interna, perché il governo italiano non ha fatto cose che giustificano questa reazione ed allora anche dall’opposizione bisogna dire stiamo con l’Italia. Che sulla questione immigrati ha le sue buone ragioni in quanto posto di prima accoglienza”.

“Il Petrolchimico di Siracusa è una questione di sicurezza nazionale”. Lo ha detto a Siracusa Carlo Calenda intervenendo sulla crisi attorno alla Lukoil, la società proprietaria di due raffinerie a rischio crollo per via del blocco delle linee di credito  per l’acquisto di grezzo da altri paesi che non siano la Russia. Al momento, infatti, la società acquista petrolio dalla Russia ma dal 5 dicembre scatterà l’embargo alle importazioni di petrolio. “Per le macchine a benzina – dice Calenda – serve la raffinazione. Noi un giorno, spero il prima possibile, andremo con le macchine ad idrogeno, biocarburante o elettrico, ma oggi non è così. E noi non possiamo rimanerne sguarniti. E abbiamo capito una cosa: abbiamo un grado di autosufficienza minimo su alcune cose.  La raffinazione è una di queste. Questo è uno degli impianti più grandi che c’è in Europa e deve rimanere in piedi perché è una questione di sicurezza nazionale”. 

Ponte di Messina sì ma prima le altre infrastrutture su cui sono stati stanziati finanziamenti. È, sostanzialmente, quanto affermato da Carlo Calenda a Siracusa rispondendo ad una domanda sulla fattibilità del Ponte di Messina, su cui sta lavorando il Governo nazionale. “Sono favorevole– dice Calenda-  al ponte sullo Stretto di Messina ma prima del ponte si dovrebbero spendere quei 3, 4, 5 miliardi a secondo delle valutazioni su infrastrutture e non si riescono a spendere perché se no noi parliamo sempre di cose futuribili e non facciamo mai quelle che dovremmo fare subito. Parliamo del ponte, facciamo partire il ponte, ma nel frattempo cominciamo a mettere a terra i soldi che già ci sono sulle strade”.

“Secondo me Miccichè ha rotto con sé stesso da parecchi anni”.  Lo ha detto a Siracusa il leader di Azione, Carlo Calenda, intervenendo sullo scontro alla Regione tra Gianfranco Miccichè e la maggioranza sulla presidenza dell’Ars. “Non so cosa voglio fare Miccichè. È chiaro – aggiunge Calenda-  che uno che sostiene un presidente della Regione, che viene eletto e due mesi dopo dice che è peggio di quello prima ha un grado di confusione francamente impraticabile. Non ho mai considerato Miccichè un interlocutore, non ho mai considerato Cuffaro un interlocutore. Ci sono in Sicilia persone di qualità: io considero Raffaele Lombardo una persona di qualità con cui ci piacerebbe dialogare ma per il momento noi facciamo il nostro lavoro di crescita della rete”. 


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