Arrestata dal Ros dei carabinieri Martina Gentile, 32 anni, figlia di Laura Bonafede maestra e presunta amante del boss Matteo Messina Denaro. La donna è accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena e per lei i pm della Dda di Palermo avevano già chiesto, in precedenza, l’arresto non concesso dal gip. Il provvedimento scaturisce da nuovi elementi provenienti dalle ultime indagini. L’indagata – a cui sono stati assegnati gli arresti domiciliari perché madre di una di bimba di 3 anni – avrebbe fatto parte della ristretta rete di fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, in particolare contribuendo alla distribuzione dei pizzini del boss, in alcuni casi passeggiando per le vie di Campobello di Mazara, spingendo il passeggino con bimba al seguito. Il boss aveva speso parole di apprezzamento per la ragazza – chiamata in codice Tan – che in un necrologio aveva pubblicamente scritto: “Onorata di appartenerti” (rivolgendosi all’anziano nonno e boss, Leonardo Bonafede). Per i pubblici ministri che hanno coordinato l’inchiesta – il procuratore Maurizio De Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti De Leo e Padova – Martina Gentile è stata quindi “uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara”. Nei giorni scorsi la Dda ha chiuso le indagini su Laura Bonafede alle quale viene contestato anche il reato di associazione mafiosa oltre a quelli di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.
Così il boss Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio scorso dopo una latitanza trentennale e morto lo scorso 25 settembre, si esprimeva su Martina Gentile, la figlia trentaduenne di Laura Bonafede, arrestata dal Ros dei carabinieri con l’accusa di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. E’ il 25 gennaio 2022 e il boss scrive alla sorella Rosalia Matteo Messina Denaro: “Ti confido: a me vedi che non è mancato l’amore e l’affetto di una figli – è riportato nel provvedimento gip Alfredo Montalto che ha disposto il provvedimento su richiesta della DDA di Palermo – a, pur non essendo mia figlia, è cresciuta con me, per tanti anni siamo stati assieme tutti i giorni, ha dato un senso alla mia vita solitaria, ha molto di me, forse anche troppo, ha il mio carattere perché glielo ho insegnato io, pero lei era predisposta. Oggi è una persona matura, non ci vediamo più perché il destino ha voluto così, ma è rimasta molto attaccata a me, quando può mi scrive, credo di essere stato fortunato ad averla avuta e ne sono orgogliosa di come è cresciuta anche per merito, so che un un giorno la conoscerai, si chiama Cromatina”. Quest’ultimo infatti è uno dei nomi in codice – l’altro era Tan oppure Tany – con cui il latitante si rivolgeva per identificare Martina Gentile.
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