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Cinisi, restituzione a Badalamenti di “Casa Felicia”: le precisazioni della difesa

L'avvocato precisa che il rinvio delle operazioni effettuate al fine di "restituzione dell'immobile e di recintare i confini e non per 'irregolarità' e 'fatti illeciti'"

In merito all’articolo sulla confisca a Cinisi di “Casa Felicia”, l’avvocato Christian Alessi, dello studio legale Alessi, per conto del signor Leonardo Badalamenti, tiene a precisare che la Corte di Assise di Palermo ha escluso il fabbricato rurale tra i beni che potevano essere confiscati perchè “il cespite in argomento non potrebbe ritenersi espressione del reinvestimento di capitali illeciti da parte del dante causa del Badalamenti Leonardo avendolo egli ricevuto per donazione della sorella” ed ancora “tale cespite immobiliare pertanto non può che essere restituito agli aventi diritto..”

Alessi, quindi, scrive in una nota che il procedimento della confisca è antecedente alla collaborazione tra Comune e associazione Casa Felicia (il 28 gennaio 2021). Per quanto riguarda il rilascio dell’immobile, a seguito del mancato abbandono della struttura degli occupanti, il legale, lo scorso febbraio, ha notificato l’atto con cui l’avente diritto (Leonardo Badalamenti), sarebbe stato immesso nel nel possesso dell’immobile tramite ufficiale giudiziario.

L’accesso definitivo, ricorda l’avvocato, è stato poi rinviato al fine di individuare, insieme al Comune di Cinisi “il confine tra il fabbricato oggetto dell’esecuzione e la restante parte dell’area confiscata” intimando “alla Casa memoria.. occupante di liberare l’immobile de quo dei beni eventualmente di loro proprietà..”

E poi, Alessi conclude che il rinvio delle operazioni effettuate al fine di “restituzione dell’immobile e di recintare i confini e non per ‘irregolarità’ e ‘fatti illeciti'”.

 


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