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Continuano gli sbarchi: sono 1.169 nell’hotspot di Lampedusa. Fermo per la “Mare Jonio”, colpita da armi da fuoco dalle unità libiche

Non è dato sapere, al momento, se sia stato aperto un fascicolo di indagine sui colpi di mitra sparati dalla guardia costiera libica in direzione dei soccorritori della Mare Jonio

Immagine di repertorio

Un pattugliatore della Guardia di finanza ha messo in salvo 30 migranti. Il salvataggio è avvenuto davanti alla costa siracusana di Portopalo di Capo Passero. Anche una motovedetta della Guardia costiera in servizio presso la Capitaneria di Porto di Pozzallo aveva mollato gli ormeggi all’alba, dal porto ibleo per ricercare il barchino poi raggiunto dalla Gdf.

Destinazione Pozzallo, i trenta sono stati fatti sbarcare poco dopo le 8. Si tratta di 24 uomini 3 donne e altrettanti minori non accompagnati. Eccetto un nigeriano e un palestinese, sarebbero tutti di origine siriana. Erano a bordo di un barchino in vetroresina. Le condizioni generali sono buone. Sono stati trasferiti tutti all’hot spot di Pozzallo. Il dispositivo di accoglienzao statpò approntato in banchina con il coordinamento della Prefettura; le visite preliminari a bordo sono state effettuate da Usmaf e in banchina dall’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa.

Altri tre sbarchi di migranti a Lampedusa dove sono approdati in 145. I natanti sono partiti dai porti libici di Zuara e Tajoura, in Libia. Ieri, invece, ci sono stati venti approdi per un totale di 797 persone arrivate. L’ultimo barcone in ordine di tempo ha portato sull’isola 57 bengalesi ed egiziani. Un secondo gruppo era composto da 76 persone fra cui due donne e dodici minori, originari di Bangladesh, Egitto, Siria e Palestina. Sul terzo mezzo c’erano, invece, 12 bengalesi che hanno raccontato di avere pagato 12mila euro per il viaggio.

Con i tre sbarchi della notte a Lampedusa salgono a 1.169 i migranti presenti all’hotspot di Lampedusa. Fra loro anche 121 minori non accompagnati. Per oggi la prefettura ha disposto un consistente piano di alleggerimento della struttura con il trasferimento di 640 persone. In 340 lasceranno il centro con una nave dedicata dato che questa mattina il traghetto di linea per Porto Empedocle non parte. Altri 300, in serata, saranno, invece, portati a Porto Empedocle con la nave di linea della sera. Ieri, con i traghetti per Porto Empedocle e un volo Oim per Bergamo, sono stati trasferiti 780 migranti.

Intanto comandante e capomissione della nave ong Mare Jonio in Capitaneria di porto a Pozzallo, dove è stato notificato il provvedimento di fermo amministrativo di 20 giorni per il rimorchiatore reduce da un’aggressione con armi da fuoco da parte di unità libiche. Il provvedimento, secondo quanto apprende l’Agi che ha sentito Luca Casarini, sarebbe basato su un report della cosiddetta Guardia costiera libica che “sintetizzando, sostiene che la Mare Jonio avrebbe istigato i migranti a fuggire da loro”.

Il team legale, presente a Pozzallo, sta vagliando il provvedimento. Al momento non sono noti altri dettagli, che verranno invece esplicitati nel corso di una conferenza stampa convocata a bordo della Mare Jonio. Non è dato sapere al momento, se sia stato aperto un fascicolo di indagine sui colpi di mitra sparati dalla guardia costiera libica in direzione dei soccorritori della Mare Jonio.

“Mando un messaggio a Giorgia Meloni: non ci fai paura, continueremo a pensare che prima si salva e poi si discute, questi provvedimenti non ci fanno paura. Noi continueremo”. Si conclude così, con le parole di Luca Casarini, la conferenza stampa improvvisata, a bordo della nave Mare Jonio, la nave ong reduce da un’aggressione armata sferrata dai libici in mare. Il comandante Giovanni Buscema, e Beppe Caccia per la società armatrice, la Idra social Shipping, avevano appena ricevuto a Pozzallo la notifica del fermo amministrativo della nave di cui si serve Mediterranea Saving Humans per operare il soccorso in mare.


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