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Dagli asini spazzini ai labrador ‘da plastica’ per salvaguardare il Parco delle Madonie

Dopo l'asino 'operatore ecologico', impiegato nella raccolta differenziata e a fianco di soggetti fragili per favorirne il loro inserimento sociale in un contesto lavorativo, l’approccio psico-terapeutico, continua con un Labrador retrivier che raccoglie la plastica. Bee, questo il nome del cane di 18 mesi, è stato addestrato sin dalla nascita 'giocando' con la plastica

A Castelbuono, Comune del Parco delle Madonie, nel Palermitano, il rispetto verso l’ambiente procede con un’altra buona pratica. Dopo l’asino ‘operatore ecologico’, impiegato nella raccolta differenziata e a fianco di soggetti fragili per favorirne il loro inserimento sociale in un contesto lavorativo, l’approccio psico-terapeutico, continua con un Labrador retrivier che raccoglie la plastica. Bee, questo il nome del cane di 18 mesi, è stato addestrato sin dalla nascita ‘giocando’ con la plastica. Una volta raccolta, la porta ai piedi del suo conduttore. “Si tratta di una razza dal carattere empatico, sensibile. Bee è un animale che dà spinta nel lavoro, al servizio delle persone con cui lavora ed è in base alle indicazioni ricevute che si muove, sfruttando capacità sensoriali della vista e olfatto, divertendosi, perché ciò che fa rientra nelle sue corde”, afferma il direttore tecnico e chief trainer, Marianna Raneri.

Dice il commissario straordinario del parco, Salvatore Caltagirone: “Si tratta di un progetto replicabile in altri contesti del Parco, un’idea vincente che porta in avanti il territorio. Per questo mi piacerebbe che nel parco delle Madonie, questa buona pratica divenisse uno strumento da applicare per sensibilizzare tutti ad una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni ambientali e al buon governo del territorio. Un sito turistico come quello di Piano Battaglia, non può essere una discarica a cielo aperto con il disgelo delle nevi. Si potrebbe, ad esempio, addestrare un cane per raccogliere lì, la plastica, non tutta ovviamente, ma quella nascosta negli anfratti e nella vegetazione”. Lo scopo è quello che anche i giovani, avviano tra loro una mentalità di sviluppo consapevole del territorio, già a partire dai luoghi in cui vivono, per arrivare a creare delle interrelazioni in ambienti diversi: scolastico, urbano, naturale, storico, in grado da creare il supporto emotivo che fa collante ai legami tra uomo, ambiente, risorse e porti all’adozione di corrette politiche ambientali”.

Per il sindaco Mario Cicero, la salvaguardia del patrimonio boschivo, “può essere fatta anche con l’aiuto degli animali: Bee, individua e raccoglie, nei luoghi del centro storico del Comune e nel bosco, il materiale plastico che è depositato nelle scarpate e nei torrenti, difficile da recuperare. Si potrebbe passare alla possibilità di creare in modo fattivo, occupazione, inserimento lavorativo di soggetti fragili, ovvero indurre la creazione di un meccanismo virtuoso replicabile in altri contesti regionali ed applicabile dalla aree protette anche ai siti archeologici e monumentali”.


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