fbpx

In tendenza

Grandi elettori, le reazioni al voto e alle parole di Musumeci

Dopo l'esito del voto a Palermo, c'è chi chiede le dimissioni del presidente

“A prescindere dalle decisioni che il Presidente prenderà nelle prossime ore, il voto di stasera certifica che Musumeci non ha più alcuna maggioranza. Ne preda atto, quantomeno per salvaguardare la dignità della funzione che rappresenta. Nei prossimi mesi, per le scelte che la attendono, la Sicilia avrà bisogno di un governo autorevole, legittimato da una solida maggioranza. È chiaro che quel governo non potrà essere guidato da Musumeci. Le sue dimissioni rappresenterebbero oggi un atto di decenza e di rispetto per le sorti della Sicilia.” Così Claudio Fava dopo l’esito del voto per l’elezione dei grandi elettori.

“Non mi sento una disertrice o peggio vile perché non ho espresso la preferenza per Musumeci durante l’elezione in Aula dei Grandi elettori. Non è notizia celata da mistero il mio esclusivo voto per il Presidente Miccichè. Ho votato con coscienza, in modo secco. Per tale motivo ritengo le parole di Musumeci profondamente offensive. Per quanto mi riguarda invito la Procura ad indagare sulle proposte irricevibili o intimidatorie che la sottoscritta avrebbe formulato al Presidente della Regione. Non penso che ai siciliani interessi chi vada in Parlamento a Roma per l’elezione del Presidente della Repubblica. Invito pertanto Musumeci a lavorare con responsabilità. Per quanto mi compete, finora ho sempre lavorato con impegno, dignità e coscienza. Dunque, che il governatore di una Regione possa solo pensare certe assurdità sui deputati è oltremodo grave”. A riferirlo è la deputata di Forza Italia all’Ars, Daniela Ternullo.

“Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da “questione di igiene” come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica. Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti”. Lo ha dichiarato Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera e presidente del gruppo Misto all’ARS.

“Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza, Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando – in parte – la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro”. Lo afferma il deputato regionale di Forza Italia, Michele Mancuso.

“Se Musumeci, come dice, ha preso ‘atto dell’esito del voto e del suo significato politico’ si dimetta subito. La pausa di riflessione che il presidente della Regione siciliana, di fatto sfiduciato in aula, ha annunciato è semplicemente ridicola. Il presidente Musumeci è naufragato in aula a conferma della propria totale inadeguatezza”. Lo dice il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo.

“Musumeci, ha trovato il coraggio di azzerare la giunta solo in occasione del voto per i delegati al Quirinale, colpito nell’orgoglio e nelle preferenze, e non per rimediare a tutto quello che sta accadendo in Sicilia, di fronte al caos in cui ha gettato i siciliani e di cui ha responsabilità politica. Inoltre azzera la giunta e subito dopo annuncia di volerla ricomporre, ma facendo riferimento sempre agli stessi deputati di maggioranza che lui stesso oggi ha duramente attaccato. Un comportamento che equivale a cambiare tutto perché nulla cambi”. Lo dichiara il capogruppo dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola.

“Il governo Musumeci non s’è mai distinto per impegno, dinamismo, concretezza. Adesso, è persino sparito. È stato azzerato dal presidente della Regione che, per un fatto personale, per una manciata di voti, ha deciso di fare dispetto ai siciliani. La definitiva paralisi dell’ente, in attesa di nuovi assessori che dovranno ricominciare da zero, è solo un modo per provocare ulteriori danni ai cittadini”. Lo ha detto Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “L’emergenza Covid, quindi, non è importante, la corsa contro il tempo per la spesa dei fondi europei può anche attendere. Il presidente Musumeci ha scelto di lavorare per la sola questione che lo preoccupa: le prossime elezioni regionali e la sua conferma”.

Vorrei convincere Musumeci del fatto che quanto accaduto ieri è stata una invocazione alla collegialità e al dialogo, una cosa che lui continua a non capire. Sta perdendo il Parlamento e la maggioranza perché non parla con nessuno”. Così all’AGI il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, commentando l’esito del voto sui grandi elettori per il presidente della Repubblica che ha mandato su tutte le furie il presidente della Regione. Quest’ultimo sul momento ha minacciato di dimettersi, e poi in serata ha annunciato l’intenzione di azzerare la giunta. “Invece di dire che la gente gli fa proposte mafiose – ha proseguito Miccichè, riferendosi alla parole pronunciate da Musumeci durante la diretta Facebook – e questo è quello che ha fatto capire ieri anche con accuse inutili e ridicole, deve comprendere che la democrazia è costituita fondamentalmente da due pilastri: i partiti e il Parlamento. Non si può pensare di governare avendo in odio entrambi”, ha concluso.

“Chi usa il proprio ruolo istituzionale per togliersi sassolini dalle scarpe verso chi ricopre la carica più importante della Regione Siciliana, è solamente un pugnalatore che colpisce alle spalle, agendo nell’ombra, come si addice ai traditori della “peggio gioventù”. Infatti colui che ti colpisce alle spalle per creare caos e disordine politico in un periodo di emergenza sanitaria e sociale come quello che stiamo vivendo, oltre ad essere un incosciente è anche indegno di rivestire un incarico istituzionale che gli proviene dagli elettori ed agli stessi dovrebbe essere rivolto. Aver pugnalato alle spalle un uomo probo, preparato politicamente, immune da clientelismi e familismi come Nello Musumeci, la dice lunga sulle qualità morali e politiche di chi, senza metterci la faccia, mira soltanto a creare scompiglio per delegittimare invece colui che è stato legittimato dai siciliani e dal loro voto. Quindi senza retorica alcuna, senza giudizi da saldi di fine stagione, ribadiamo che Nello Musumeci è quella garanzia voluta dal popolo, mentre coloro i quali hanno reso possibile questa bagarre istituzionale sono solamente il livello più basso della scala gerarchica dei valori politici. La loro è quella politica politicante che ogni elettore non accetta e disprezza, e proprio da questa antipolitica per professione discendono per caduta libera molti dei problemi che Musumeci affronta quotidianamente in nome di una politica vera, fattiva e costruttiva. Se si approfitta del voto segreto per tentare di delegittimare istituzionalmente il Governatore, è evidente che adesso vi è il dovere di reagire e verificare chi ci sta e chi no a proseguire con lui la parte finale della legislatura”. Lo dichiarano Tania Pontrelli e Luca Tantino del Coordinamento regionale di Diventerà Bellissima.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni