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Il figlio disabile morì per il caldo, donna condannata per abbandono nel Catanese

La donna aveva sostenuto che il figlio era morto nel sonno e che non lo avrebbe mai abbandonato

È stata condannata a 6 anni e 8 mesi la 45enne accusata di abbandono pluriaggravato di incapace, per aver lasciato il figlio minore disabile “alla prolungata esposizione al calore da cui ne derivava la morte per ipertermia“. Il fatto accadde a Grammichele nei giorni che precedevano il Ferragosto. Il ragazzino aveva 14 anni ed era affetto da tetraperesi spastico-distonica e disabilità intellettiva grave; morì per ipertermia. Il processo è stato definito con rito abbreviato davanti al Tribunale di Caltagirone.

Il Gip Santino Mirabella ha condannato la donna, difesa dall’avvocato Gianluca Nobile, a 6 anni e 8 mesi di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale per la durata della pena, oltre al risarcimento del danno da quantificarsi altra sede, e il pagamento delle spese per la parte civile rappresentata dall’avvocato Luca Strazzulla. Il pubblico ministero, Samuela aveva chiesto la condanna a 8 anni di reclusione. Per l’assoluzione si era pronunciato il difensore della donna che in subordine aveva chiesto di derubricare il fatto come omicidio colposo perché non si sarebbe trattato di abbandono ma di una mancanza di attenzione seppur grave. La donna – che aveva sostenuto che il figlio era morto nel sonno e che non lo avrebbe mai abbandonato -, per il momento resta in carcere. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.


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