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In Sicilia mille profughi dall’Ucraina e sono in continuo aumento. Patto sulle mosse anti-crisi tra Regione Siciliana e Confindustria

A tracciare un primo bilancio sull'emergenza umanitaria provocata dal conflitto in Ucraina è il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci

Musumeci incontra i vertici di Confindustria

Sono un migliaio i profughi ucraini già arrivati in Sicilia, ma è un dato che cambia di giorno in giorno.  A tracciare un primo bilancio sull’emergenza umanitaria provocata dal conflitto in Ucraina è il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Per quanto riguarda il piano di accoglienza messo in campo dalla Regione, Musumeci ha spiegato che da Roma “si attende ancora l’arrivo di una revisione delle indicazioni che sono già pervenute nella prima immediata fase. Questo è un tema che vede d’accordo tutti i presidenti di Regione, perché si deve definire in maniera chiara chi deve fare e che cosa”.

Attualmente la Regione ha costituito il suo comitato – di cui fanno parte i prefetti, i rappresentanti dei comuni e delle province – che svolge una funzione di coordinamento, ma le competenze sono scaglionate in funzione del numero di arrivi in Sicilia, e proprio oggi pomeriggio è prevista una riunione. Soltanto in casi di numeri particolarmente significativi, ha ricordato il presidente, la Regione interviene con la struttura della Protezione civile e con l’assessorato alla famiglia che “già si è attivato per svolgere una funzione di coordinamento“.

Per ora, quindi, i profughi dell’Ucraina hanno trovato accoglienza nelle famiglie dei loro connazionali che sono presenti in Sicilia, attraverso le associazioni dei cittadini ucraini, anche queste presenti, e nelle istituzioni religiose che hanno dimostrato grande sensibilità. “Per ora il fenomeno non presenta particolari preoccupazioni di carattere organizzativo”, ha concluso Musumeci.

La Caritas diocesana di Trapani sta approntando un piano di accoglienza di profughi provenienti dall’Ucraina mettendo a disposizione 117 posti. E’ il risultato di un lavoro di coordinamento e mappatura all’interno della Diocesi in cui parrocchie, istituti religiosi o semplici fedeli hanno dato la disponibilità di appartamenti e locali idonei. La disponibilità è stata già comunicata sia alla prefettura di Trapani (dove nei giorni scorsi si è svolto un tavolo tecnico con diverse istituzioni al fine di una regia condivisa) sia alla Caritas Italiana che proprio ieri ha comunicato il via ai primi due voli umanitari da Varsavia per portare in Italia i primi 400 profughi ucraini vulnerabili. Il volo è offerto da un donatore – la compagnia privata Comlux che ha già effettuato con Caritas italiana un volo umanitario portando i profughi dal Niger – che a bordo di un Boeing 787 trasferirà gratuitamente martedì 22 e mercoledì 23 marzo dalla Polonia all’Italia i profughi più fragili, quelli non in grado di affrontare un lungo viaggio in auto. Intanto ad Alcamo è iniziata la prima esperienza di accoglienza nella parrocchia “San Francesco d’Assisi” dove, con il coordinamento del parroco della Chiesa Madre don Aldo Giordano, sono già arrivati 8 profughi, donne con bambini accompagnati dai loro cagnolini. Provengono dalla città di Odessa.

Anche Catania con la sperimentata rete di assistenza del pubblico e del privato sociale, risponde all’appello umanitario con la stessa solidarietà di sempre, approntando una macchina organizzativa che ha il suo epicentro nella prefettura e nel Comune. Un’ultima riunione operativa svolta ieri in modalità on line tra la Direzione comunale Famiglia e Politiche Sociali e gli Enti del Terzo Settore, con la partecipazione del funzionario prefettizio Federica Nicolosi e gli assessori comunali Giuseppe Lombardo, con delega ai servizi sociali e Michele Cristaldi alla protezione civile, ha delineato le procedure di accoglienza della popolazione ucraina duramente colpita dal conflitto bellico, con regole prestabilite finalizzate alla tutela delle persone in arrivo. Già da alcuni giorni l’Amministrazione Comunale, con l’assessore Lombardo e i funzionari comunali dei servizi sociali, cura il raccordo con la rete dei centri di accoglienza e integrazione sociali per reperire alloggi da destinare ai cittadini ucraini, con sistemi organizzativi che garantiscano la tracciabilità delle persone. Al momento, la disponibilità di strutture ricettive per nuclei familiari, è considerata la priorità, considerato che nuclei familiari di profughi rifugiati ucraini sono attesi anche a Catania.

Abbiamo già reperito diverse disponibilità ad accogliere cittadini ucraini dalle realtà del privato sociale – ha spiegato Lombardo, al termine della riunione – le quali hanno messo a disposizione strutture, posti letto e segnalato famiglie disposte ad accogliere.  Dalla Locanda del samaritano al Cope, dalla Cooperativa sociale Mosaico all’ associazione Meta Cometa, dall’associazione Spazio 47 alla Fondazione Ebbene, da Refugees Welcome al centro Astalli, sul territorio possiamo contare su una rete attiva di solidarietà di straordinario livello. Cordoni umanitari saranno organizzati anche da Caritas, Croce rossa e Comunità Sant’Egidio; abbiamo ricevuto disponibilità all’accoglienza anche da parte del Villaggio Turistico internazionale “La Playa” ma è chiaro che tutto va gestito secondo le linee ministeriali e della Prefettura dentro la cornice di protocolli di intesa siglati tra Comune e realtà del terzo settore, scongiurando rischi anche solo potenziali di episodi di sfruttamento, a tutela soprattutto dei minori”.

L’assessore Lombardo ha precisato che le stesse prescrizioni con la cabina di regia pubblico privato sono valide per le famiglie che dichiarano la disponibilità ad accogliere i rifugiati, con il tracciamento delle persone accolte, in raccordo con il Comune e la Prefettura. Proprio allo scopo di raccogliere le disponibilità di alloggi per famiglie ucraine l’Amministrazione Comunale ha attivato la mail emergenza.ucraina@comune.catania.it in cui dovranno essere indicate nel modo più specifico possibile gli alloggi con il referente proprietario dell’abitazione. Attivato anche il coordinamento unico della Protezione Civile comunale per il reperimento e la spedizione di beni di prima necessità con alcuni cittadini che hanno offerto aiuti per le popolazioni ucraine.

Decontribuzione del costo del lavoro, proroga della moratoria dei mutui e revisione del prezzario nel campo dei lavori pubblici. Sono le priorità di intervento concordate da Regione siciliana e Confindustria Sicilia per affrontare la “nuova crisi” determinata dallo scenario di guerra in Ucraina. “La Regione è pronta a intervenire subito per limitare le conseguenze economiche che il conflitto in corso in Europa sta già producendo sulle imprese dell’Isola”, ha detto il presidente Nello Musumeci, incontrando a Palazzo Orleans i vertici regionali di Confidustria: il presidente Alessandro Albanese e i vice Antonello Biriaco e Gregory Bongiorno. Presenti alla riunione anche gli assessori all’Economia Gaetano Armao, alle Attività produttive Mimmo Turano e alle Infrastrutture Marco Falcone, con i dirigenti generali dei dipartimenti e il presidente dell’Irfis Giacomo Gargano. “Non abbiamo avuto – ha continuato Musumeci – neanche il tempo di uscire da due anni di pandemia che siamo entrati in economia di guerra. Abbiamo il dovere di ascoltare il grido di allarme che arriva dalle imprese e l’appello di Confindustria non ci coglie, comunque, impreparati”.

I rappresentanti delle imprese hanno evidenziato un esponenziale e insostenibile incremento del costo delle materie prime, la difficoltà nell’approvvigionamento, l’aumento degli oneri per la fornitura di energia, il rincaro del prezzo dei carburanti. Il governo Musumeci, tramite l’assessorato all’Economia e con le iniziative degli assessorati alle Infrastrutture e alle Attività produttive, ha già stilato una sorta di decalogo di interventi che è possibile attivare nel breve e medio periodo. Primo fra tutti mobilitare tutte le risorse finanziarie disponibili, soprattutto extra regionali, per orientarle a favore della “nuova crisi”. Regione e Confindustria hanno concordato che le priorità riguardano la decontribuzione del costo del lavoro, la proroga della moratoria dei mutui e la revisione del prezzario nel campo dei lavori pubblici. “Finalmente – ha detto Albanese, – c’è un sentire comune. Difendendo gli interessi delle imprese difendiamo il territorio. La decontribuzione del costo del lavoro favorisce tutte le aziende e può portare, nell’immediato, a un risparmio del 20% degli oneri di ognuna delle settecento mila aziende private che operano nell’Isola e che rappresentano il traino dell’economia”. 


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