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Migranti, in mille sulle navi delle ong, si svuota l’hotspot di Lampedusa

Oltre mille - 1.015 per l'esattezza - sulle navi ong che continuano i loro soccorsi in mare aperto e chiedono un porto sicuro

Oltre mille – 1.015 per l’esattezza – sulle navi ong che continuano i loro soccorsi in mare aperto e chiedono un porto sicuro. Mentre si continua a sbarcare a Lampedusa: circa 300 dall’alba di oggi. Così, nonostante i massicci trasferimenti dall’isola, l’hotspot resta in forte affanno con ben oltre le mille presenze. E l’Unione europea batte un colpo: “Sono in corso contatti quotidiani con l’Italia per la gestione dell’emergenza migranti” che interessa Lampedusa, “in particolare per avviare il meccanismo di redistribuzione che è stato approvato di recente ma che non è ancora attivo”, spiega all’AGI una fonte della Commissione europea. “Abbiamo già la disponibilità da parte degli Stati partecipanti a ridistribuire 8 mila migranti, ma serve ancora tempo per definire la procedure e cerchiamo di farlo il prima possibile”, ha aggiunto. “La quota degli ottomila riguarda tutta l’Unione ma si concentra in particolare sul Mediterraneo centrale e riguarda quindi prima di tutto l’Italia, la Spagna e Cipro”, ha evidenziato la fonte.

Intanto, proseguono i salvataggi nel Mediterraneo centrale. Sono 387 a bordo della Ocean Viking di Sos Mediterranee dopo l’ultimo salvataggio di 80 persone: erano su un gommone stracarico e quasi sgonfio, a 40 miglia nautiche dalle coste libiche. “Molti migranti sono esausti e mostrano segni di stress dopo aver trascorso più di 10 ore in mare”, afferma la ong.

Ben 439 sono sulla Sea Watch 3, dopo alcune evacuazioni tra cui quella di una bimba di un anno gravemente ustionata trasportata d’urgenza in ospedale insieme ai genitori.

E la ong tedesca denuncia: “Sabato 23 abbiamo ascoltato le conversazioni radio che hanno riguardato un respingimento; la Vos Triton dopo aver salvato circa 100 persone hanno trasbordato i naufraghi su una motovedetta della Guardia costiera libica. Poco dopo la motovedetta ha infatti riportato le persone in Libia: un Paese da cui avevano rischiato la vita nel tentativo di fuggire”. Tutti “hanno bisogno e diritto di un porto sicuro dove sbarcare. Dopo essere sopravvissute alla traversata del Mediterraneo, da giorni sono in mare con temperature proibitive”, prosegue.

Un quarto salvataggio in meno di 24 ore è stato completato dalla ‘Geo Barents’ di Medici senza frontiere dove attualmente si trovano in 189. Tra gli ultimi 48 in salvo dopo l’allerta di Alarm Phone, mentre erano su un gommone in pericolo nella zona di ricerca e soccorso libica, c’erano 20 minori, di cui 15 minori non accompagnati. Oltre alla bambina di due anni salvata durante il primo intervento, durante l’ultimo sono stati salvati un bambino di un mese e una donna incinta.

E si sbarca ancora a Lampedusa. Sono 291 dall’alba. Dopo il primo, con 51 persone arrivate, sono approdati altri 5 barconi soccorsi dalla Guardia costiera. Le motovedette hanno intercettato fra 37 e 3 miglia dalla costa natanti con a bordo 20 egiziani (fra cui 3 donne e 5 minori), 22 in fuga da Costa d’Avorio e Camerun (fra cui 7 donne e 1 minore), 67 di Costa d’Avorio ed Egitto e 20 tunisini. La Guardia di finanza, poi, a circa miglio dal porto, ha invece soccorso 18 tunisini su un barchino di 7 metri. Le imbarcazioni sarabbero salpate da El Skhira, Sfax e Kenkennah (Tunisia), Abu Kammash (Libia). Altrei 93 con gli ulteriori tre sbarchi.

La prefettura di Agrigento, intanto, ha varato un consistente piano di alleggerimento dell’hotspot di Lampedusa dove, ieri mattina, si sono sfiorate le 2 mila presenze a fronte di una capienza massima di 350. In 600 sono stati fatti salire sulla nave Diciotti della Guardia costiera e raggiungeranno Porto Empedocle. Altre 300, invece, sono state trasferite in due blocchi di 150 sul traghetto di linea Sansovino e sulla nave militare Foscari. Nell’hotspot dopo gli ultimi arrivi resterebbero circa 1.300 persone a fronte di una capienza di 350 posti.


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