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Monreale, al via il recupero del Borgo Borzellino

A causa della guerra non si arrivò mai alla costruzione di una chiesa e negli anni ‘50 vennero realizzati diversi interventi di manutenzione fino all’abbandono dei borghi agricoli con la riforma agraria

Nuovo passo avanti verso il recupero e la riqualificazione di Borgo Borzellino, nel territorio di Monreale in provincia di Palermo. Partirà a breve, infatti, la procedura aperta per l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori: il bando è stato già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana.

Con il recupero di Borgo Borzellino vogliamo non solo tutelare un bene dal grande valore storico, ma anche creare un centro per attività agro culturali dedicato, ad esempio, all’educazione alimentare e alla valorizzazione dei prodotti tipici. La grande piazza e gli ampi locali di alcuni edifici potranno, inoltre, ospitare attività artistiche contemporanee” dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Per il recupero del borgo, il governo Musumeci ha stanziato 5 milioni e mezzo di euro provenienti dal fondo istituito presso l’assessorato dei Beni culturali per la riqualificazione degli insediamenti costruiti negli anni Trenta dall’Ente di colonizzazione del latifondo siciliano, poi ampliati negli anni Cinquanta e infine affidati in gestione all’Ente sviluppo agricolo.

“Il progetto – sottolinea l’assessore Alberto Samonà – vede la stretta collaborazione tra la Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo, incaricata di gestirne l’attuazione, e l’Esa che l’ha redatto. L’obiettivo è attivare un percorso sperimentale di collaborazione tra enti e partner per creare una nuova destinazione turistico culturale in Sicilia. Sottrarre Borgo Borzellino al degrado va nella direzione, che ci siamo dati, di valorizzare i territori della nostra Isola, anche a partire da luoghi unici come questo”.

Realizzato in una posizione che domina la valle dello Jato, lungo la statale Palermo-Sciacca, Borgo Borzellino è costituito da edifici che ospitavano una scuola, una delegazione comunale, un ufficio postale, una caserma dei Carabinieri e ancora una casa sanitaria, botteghe artigiane, una trattoria e una rivendita di  tabacchi. I fabbricati includono, nella maggior parte dei casi, anche alcuni alloggi come quelli per gli insegnanti e per gli artigiani. A causa della guerra non si arrivò mai alla costruzione di una chiesa e negli anni ‘50 vennero realizzati diversi interventi di manutenzione fino all’abbandono dei borghi agricoli con la riforma agraria.


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