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Motocross nelle aree naturali protette: “Gli enti sorveglino”

Accade, spiega Legambiente, anche nel Parco dell’Etna e dei Nebrodi

C’è chi usa riserve e parchi naturali come piste per motocross: è accaduto nel Parco delle Madonie, addirittura in aree ricadenti in zona A di tutela integrale come le pendici di Pizzo Carbonara e della Mufara, sia lungo i sentieri destinati alla fruizione naturalistica degli escursionisti che fuori strada, su rocce e prati. Accade, spiega Legambiente, anche nel Parco dell’Etna e dei Nebrodi “in totale dispregio delle norme di tutela delle nostre aree naturali protette, che vietano esplicitamente queste attività perché fortemente dannose per gli ambienti naturali, per il suolo, per la flora e per la fauna, nonché fonte di severo disturbo e anche di pericolo per i tanti escursionisti che in queste settimane continuano a visitare il Parco delle Madonie e in generale il sistema regionale delle aree naturali protette, di grande bellezza e importanza”. “Vogliamo ricordare che si tratta di attività illecite – afferma Tommaso Castronovo Presidente di Legambiente Sicilia – perché vietate dalle norme regolamentari del Parco delle Madonie e di tutte le aree naturali protette, che non sono parchi gioco o piste di motocross dove realizzare imprese mirabolanti da promuovere sui social ma parchi e riserve istituite dalla nostra Regione per salvaguardare gli ambienti naturali, e garantirne una fruizione basata sulla tutela e sul rispetto dei luoghi, per consentirne la loro conservazione per le generazioni future”.

Legambiente Sicilia chiede al Parco delle Madonie, agli Enti Gestori delle Aree Naturali Protette, ai Comuni e soprattutto agli Organi di Vigilanza un maggiore controllo sui territori per poter identificare celermente e punire severamente i trasgressori che accedono illegalmente ad un’area protetta con motori da cross e per poter contrastare efficacemente questo fenomeno che danneggia gravemente la biodiversità siciliana e la pratica dell’escursionismo naturalistico.


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