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Ponte Stretto, Salvini: “strategico per Italia e Europa”. Bonelli: “Non conosce i costi”

Il ponte sullo Stretto di Messina "non è la soluzione di tutti i mali, ma fa parte di un puzzle più ampio"

Il ponte sullo Stretto di Messina “è una cosa assolutamente seria, non è uno scherzo”. Lo ha ribadito Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, in commissione al Senato. Il ponte sullo Stretto di Messina “non è la soluzione di tutti i mali, ma fa parte di un puzzle più ampio”. In ogni caso è un’opera “non più rinviabile per la sua stategicità assoluta per l’Italia e L’Europa”.

Salvini ha sottolineato come si stia avviando il percorso per “revocare” il procedimento di “liquidazione della società dello Stretto” e “superare il contenzioso”. Quindi ha anche osservato che senza il Ponte l’alta velocità come quella Salerno- Reggio Calabria diventerebbe “un’opera monca”.

Sul Ponte dello Stretto il progetto “andrà aggiornato. Una volta stimati i costi si valuterà la congruità e l’opportunità di andare avanti su questa opera”.

“Salvini, che oggi da ministro delle Infrastrutture è diventato il più grande sostenitore e promotore del Ponte sullo Stretto, nel 2016 sosteneva che il Ponte era un progetto che non stava in piedi e che piuttosto era necessario completare le disastrose ferrovie siciliane. Diciamo al ministro, che oggi nega di aver fatto queste dichiarazioni, che il video è pubblico sui nostri social, quindi può consultarlo. Salvini si è sottratto alla domanda sui costi del ponte perché lui stesso non ne è a conoscenza: oltre 8 miliardi di euro. Questo è un Governo che espone economicamente e finanziariamente l’Italia senza sapere nemmeno quali sono i costi di questa scelta”.

Così in una nota il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, al termine della Commissione Ambiente in audizione con il ministro Salvini.

“L’Italia ha un ritardo infrastrutturale rispetto al resto d’Europa per quanto riguarda il trasporto pubblico locale imbarazzante. Abbiamo 5,3 km per milione di abitanti di trasporto pubblico attrezzato, a differenza della Francia che ne ha 11,7, la Germania 23. Questo dà la misura di quanto siano in ritardo i nostri investimenti e sulle scelte che il governo dovrebbe fare dal punto di vista delle compatibilità economiche. Si sta riesumando un progetto che i tecnici, con relazioni presenti anche al ministro, hanno bocciato. Le priorità dovrebbero essere altre – ha concluso Bonelli – come ad esempio risolvere il problema del congestionamento del traffico, e tutti i costi economici e sociali che lo smog causa nel Paese”.


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