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Revocata l’autorizzazione allo scarico in Ias: a rischio l’attività dell’area industriale di Siracusa

IAS avrebbe già invitato le aziende interessate per il prossimo 29 settembre, per approfondire le tematiche relative alla tempistica necessaria a interrompere, in condizioni di sicurezza, il conferimento dei reflui nell’impianto consortile

Immagine generica di repertorio

Come se non fosse sufficiente l’incertezza sul destino dell’area industriale siracusana, legato a come i prossimi governi regionale e nazionale intendono affrontare la partita dell’imminente embargo del petrolio russo, un’altra tegola si abbatte sul futuro dell’occupazione dell’area industriale e di tutto il territorio.

È notizia di qualche ora fa, infatti, che l’Irsap ha revocato a Priolo Servizi l’autorizzazione allo scarico in IAS. Tutte le aziende che attualmente scaricano nell’impianto consortile tramite Priolo Servizi, non potranno più farlo e, di conseguenza, saranno costrette a fermare le loro attività.

Giunge voce che IAS, dando seguito ai provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica di Siracusa e dal Gip del Tribunale, su richiesta dei consulenti tecnici nominati dall’Autorità inquirente, ha invitato le aziende interessate per il prossimo 29 settembre, nella sede operativa del consorzio, per approfondire le tematiche relative alla tempistica necessaria a interrompere, in condizioni di sicurezza, il conferimento dei reflui nell’impianto consortile. La riunione avrebbe lo scopo di definire, con il coinvolgimento delle stesse aziende, un cronoprogramma per l’arresto dei reflui industriali.

I segretari Regionali e territoriali di Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL – Giacomo Rota e Fiorenzo Amato, Stefano Trimboli e Alessandro Tripoli, Giuseppe Di Natale e Sebastiano Accolla, si dichiarano “fortemente preoccupati perché questa decisione, se attuata, oltre che determinare problemi ambientali e di sicurezza, comporterà la fermata definitiva degli impianti interessati, con evidenti e drammatiche ricadute occupazionali”.

I segretari, inoltre, ricordano che tutta l’area industriale siracusana lega il proprio destino al futuro della raffineria Isab-Lukoil e l’incertezza che regna sul futuro di questa azienda in particolare, “non fa altro che aumentare il livello di preoccupazione presso tutte le maestranze interessate. Si parla insistentemente di una possibile vendita della raffineria e anche se questa notizia – al momento – non sembra trovare conferma, di certo questa assenza di chiarezza non giova alla ricerca di soluzioni possibili per scongiurare il rischio di chiusura della raffineria e, con un effetto domino, di tutte le altre aziende del petrolchimico”.

Filctem, Femca, Uiltec ritengono che sia “necessario un immediato e serrato confronto tra aziende, sindacato e istituzioni per mettere in evidenza problemi e possibili soluzioni che consentano di poter proseguire con le attività industriali in piena sicurezza e sostenibilità, nel rispetto delle normative in tema di ambiente, affrontando con netto anticipo anche quegli argomenti che, di per sé, avrebbero bisogno di tempi di realizzazione più lunghi, come un’eventuale nazionalizzazione o la riapertura delle linee di credito per l’approvvigionamento di grezzo da altri Paesi, qualora la raffineria rimanesse di proprietà Lukoil”.

Soluzioni quali quelle che vorrebbero la raffineria nelle mani di fondi di investimento senza i requisiti e le giuste capacità e competenze per acquisire un asset Industriale come quello della raffineria Isab, il sindacato unitario di categoria le “rigetta fermamente! Il sindacato riconosce il ruolo e l’autorevolezza delle attività condotte della magistratura, e rivendica altresì, che il futuro dell’area industriale siracusana e delle migliaia di lavoratori coinvolti non può non vedere il coinvolgimento attivo e diretto dei sindacati di categoria che, alla luce della poca chiarezza registrata ad oggi, si mobiliterà nei prossimi giorni per manifestare il proprio dissenso”.


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