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Strangoló 89enne per rapinarlo, 23 anni in appello alla badante

I giudici della Corte di assise di appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, accogliendo la richiesta del procuratore generale non hanno modificato il verdetto

Condanna a 23 anni di reclusione confermata per la rumena Dana Mihaela Nicoleta Chita, 26 anni, riconosciuta colpevole di avere ucciso l’ottantanovenne Michelangelo Marchese, strangolato nella sua abitazione di Palma da dove sarebbero stati portati via i pochi risparmi e l’auto che teneva posteggiata per strada.

I giudici della Corte di assise di appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, accogliendo la richiesta del procuratore generale non hanno modificato il verdetto. Il fiocco con cui sono stati legati alla sedia i polsi della vittima, anzichè il nodo, indirizzarono subito gli inquirenti su una donna. Le confidenze fatte a un amico, le intercettazioni in carcere, dove finì per un’altra vicenda, insieme all’analisi delle celle telefoniche che hanno ricostruito il percorso e, infine, il ritrovamento dell’auto della vittima, hanno fatto il resto.

La donna fu fermata il 20 novembre del 2020 a distanza di alcuni mesi dell’omicidio avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 luglio. L’anziano non solo l’aveva ingaggiata come badante ma le aveva promesso che l’avrebbe sposata lasciandole l’eredità. La donna, che avrebbe agito con altri complici non identificati, lo avrebbe strangolato e ucciso dopo averlo immobilizzato con del nastro adesivo sul quale sono state trovate tracce di dna. Nell’abitazione dell’anziano, che fu trovato immobilizzato su una sedia dai vigili del fuoco, non c’era alcun segno di effrazione. Il caso sarebbe stato risolto scoprendo la sparizione dell’auto dell’anziano che sarebbe stata rubata dalla donna salvo poi cercare di disfarsene. L’auto era stata consegnata a un pregiudicato, che avrebbe dovuto demolirla ma che, invece, decise di tenere per sè. L’anziano sarebbe stato ucciso per rubargli una vecchia utilitaria e pochi spiccioli


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